COMUNICATO STAMPA
26 febbraio 2020
Il CODACONS EMILIA ROMAGNA, preso atto del numero di persone contagiate dal Coronavirus che abitano sul territorio regionale ha inviato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Modena e Piacenza, Rimini e Parma un esposto con cui pone all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria il comportamento tenuto nei giorni antecedenti al contagio manifestatosi in Italia dal Governo alla luce delle affermazioni fatte da chi nell’ambito medico epidemiologico aveva invocato da subito un controllo alle frontiere e negli aeroporti con la necessitò di imporre la quarantena a tutti coloro che provenivano da Paesi extraeuropei dove si erano manifestati i focolai del contagio. I dubbi del CODACONS riguardano le scelte Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Ministro della Salute e dal Ministro degli Interni, i quali invece di provvedere da subito al blocco e controllo di tutti voli diretti ed indiretti provenienti dalla Cina (dove era localizzato il focolaio principale dell’infezione), hanno deciso di bloccare unicamente i voli diretti dalla Cina, e solo nei giorni successivi gli stessi hanno deciso di effettuare dei controlli da chi proveniva in via indiretta dalla Cina, tramite delle triangolazioni aeree. Dubbi sono stati sollevati stante il fatto che nonostante si sapesse per certo che il virus poteva non dare subito manifestazioni febbrili, anche sulla scelta di effettuare come unico controllo quello della temperatura dei passeggeri in arrivo, invece di disporre un periodo di quarantena per tutti gli entranti in Italia, che avessero soggiornato in località coincidenti con il focolaio dell’infezione (Cina ed altri Paesi limitrofi) controllo che si poteva fare e si può tuttora disporre oggi con dei semplici controlli dei timbri sul passaporto.
Tali comportamenti appaiono contradittori con le scelte di effettuare verifiche e conseguenti imposizioni di quarantena a coloro che abitano in Italia nei luoghi colpiti da focolai di infezione ed addirittura ai migranti provenienti da Paesi del nord Africa, dove di fatto ancora non ci sono grandi evidenze di focolai di coronavirus. Mentre si impongono giustamente una serie di limitazioni alla circolazione interna allo Stato Italiano non si limitano in modo efficace le vie di infezioni provenienti da Paesi in cui si trovano i principali focolai di contagio. Non è un caso che altri Paesi anche europei stiano vietando l’ingresso nei loro territori anche di cittadini Italiani oltre che cinesi o che impongano loro di stare in quarantena una volta entrati. Non è dato poi sapere che misure siano state adottate per la circolazione delle merci dentro i container o cargo aerei che provengono dai Paesi come la Cina, visto che il virus pare possa sopravvivere anche sugli oggetti per molte ore, così come nulla si sa in merito al controllo che viene effettuato sul personale di bordo di tali navi o aeromobili.
Poiché il diffondersi dell’epidemia in Italia sta generando un numero di contagi ed un certo numero di morti, derivanti dal contagio e che alcuni di tali casi si sono verificati anche nella Regione Emilia Romagna, il CODACONS Emilia Romagna ha chiesto ai Procuratori della Repubblica di voler verificare se nei fatti sopra riportati, i cui riferimenti si trovano su tutti i mass media, si ravvisino o meno condotte penalmente rilevanti.
Inoltre stante le notizie apparse sui social media circa la riapertura da subito in Emilia Romagna di piscine e palestre nonostante le restrizioni decine sino all’1marzo 2020 il CODACONS Emilia Romagna ha chiesto al Presidente della Regione di verificare la correttezza di tali scelte da parte dei titolari di tali impianti sportivi.
CODACONS Emilia Romagna
In persona del Presidente
Avv. Bruno Barbieri